Nel 1998 Nyumbani è ormai una realtà consolidata. Tuttavia può accogliere nella sua sede solo un numero limitato di ammalati e orfani. Mentre i bisognosi di cure sono migliaia. Si calcola che ammontino a più di 200 mila bambini affetti dal virus Hiv e più di un milione i bambini rimasti orfani avendo perduto i genitori a causa dell’Aids. Allora padre Dag pensa sia necessario dar vita a una nuova iniziativa. La chiama Lea Toto, che vuol dire Cresci un bambino. Nyumbani fornisce direttamente l’assistenza, Lea Toto invece porta le cure a casa, si avvale di gruppi di specialisti che vanno negli slum di Nairobi a occuparsi dei bambini malati.
Con gli anni, Lea Toto si è ingrandito e attualmente è basato su ben 8 centri sanitari dove si provvede ai bisogni di 3 mila bambini e circa 15 mila familiari ogni anno. I piccoli ammalati possono beneficiare delle cure e del calore umano con cui si muovono gli animatori del progetto Lea Toto. Nelle periferie più degradate di Nairobi, negli slum tipo Kibera, Kariobangi, Mukuru ed altri, arrivano gli specialisti a portare assistenza medica e psicologica. Non solo: offrono anche aiuti alimentari e istruzione scolastica. Assicurano un sostegno e una speranza di vita a migliaia di orfani sieropositivi e alle famiglie che li hanno presi in affidamento, secondo la tradizione africana di famiglia allargata, in base alla quale ci si fa carico degli orfani con relazione di parentela o appartenenza al proprio clan.
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